cronache e opinioni

Ricordi del passato

Era il temporale più violento a cui avesse mai assistito, la pioggia urtava contro le finestre, i tuoni risuonavano in tutta la casa come urla e una bambina stava rannicchiata sotto le coperte, i riccioli sbucavano fuori dal lenzuolo e gli occhi erano serrati per la paura; non vedeva l’ora che quel trambusto cessasse.
Passò qualche ora prima che riuscisse ad addormentarsi, i suoi pensieri galleggiavano in uno spazio interminabile, riusciva a scorgere i visi dei suoi genitori che la rassicuravano per il suo primo giorno di scuola:
“Piccola mia, vedrai che andrà tutto bene, non hai nulla di che preoccuparti” le diceva la madre mentre le dava un buffetto sulla guancia; lei girò il capo verso il papà che rimase burbero e impassibile a guardarla, ma giurò di aver visto un sorriso tenero sotto ai grandi baffi.
Con innocenza gli tirò la manica della camicia per farlo inchinare verso di lei e gli diede un bacio sulla guancia, lui le sussurrò “giudizio, mi raccomando” e senza dire altro tornò alla macchina.
I suoi pensieri tornarono ad un’altra scena, i genitori stavano litigando il giorno di natale e lei era seduta in un angolo della stanza, piangendo.
Ma ecco un altro flash-back, lei e la sua migliore amica sdraiate sul tappeto guardavano il fumo dell’incenso acceso dileguarsi nell’aria, che prendeva forme diverse, cantavano e scherzavano…
Ora si trovava in classe, i compagni l’additavano e la professoressa non diceva niente per farli smettere, la sua amica era seduta nel banco e assisteva alla scena in silenzio…
Si trovava di nuovo in camera sua, la luce soffusa illuminava a malapena il suo viso, che riflesso nella specchio la osservava con sguardo torvo, quasi di sfida, ma che lasciava trasparire terrore allo stato puro; non era più una bambina, ma una ragazza, l’immagine che vedeva era solo un banale ricordo di ciò che era stata, andava via via a confondersi con le tenebre che la circondavano, i contorni erano spariti, ma restavano ancora quegli occhi, freddi come il ghiaccio, che la fissavano con furia, carichi di dolore e di odio.

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