cronache e opinioni

Cadere giù

Un racconto di Consuelo Trogu

17 anni. Una vita buttata così. Non aveva chiesto di nascere, non aveva chiesto la vita, la luce.
Un’infanzia felice, serena, tranquilla, dove solo i giochi contavano.
Poi si cresce, poi iniziano i problemi e le difficoltà.
Poi la tragedia. Un giorno come tanti, la pioggia cadeva fitta;
– Sì tesoro sono in strada, arriverò tra qualche minuto -.
– Muoviti papà, qui ci sono già tutti, hai comprato la torta e il mio regalo? –
– Sì certo, ho preso tutto… ci vediamo tra un po’… –
Il piede calcò d’istinto l’acceleratore. Non poteva mancare al compleanno di sua figlia… non poteva.
La pioggia cadeva fitta, solo un tonfo e niente di più…
Luci, suoni, urla…
Non poteva mancare a quel compleanno, ma fu costretto a farlo.
Fu un duro colpo per Laura quando apprese la notizia.
Lei non aveva chiesto di nascere.
Non cercò conforto, coccole o dolci parole, il mondo le aveva tolto ciò che più amava.
Che ci faceva ora qui? Che senso aveva la sua esistenza?
E così cresceva, veloce, bellissima e triste.
Così cresceva sola ed irrequieta.
Arrabbiata col mondo, sì arrabbiata con la vita, arrabbiata con lui perché era andato via troppo presto.
Un vuoto interiore incolmabile, così giovane ma già così sola, con gli occhi spenti affrontava la vita, con la svogliatezza di chi ha perso tutto, sopravviveva e nulla chiedeva in cambio se non di poter star sola, sola per sempre.
Nessun amico che potesse confortarla, nessun ragazzo che potesse rassicurarla, non voleva nessuno accanto a sé ma disperatamente cercava un aiuto, un appiglio… e lo trovò.
Non parlava, non dava consigli, non giudicava, non urlava contro dicendoti “fatti forza, puoi farcela”. Era così apparentemente innocua, così candida da sembrare benevola.
Quell’ipocrita felicità le bastava, si accontentava di star bene per mezz’ora, s’illudeva che presto tutto si sarebbe aggiustato e non si preoccupava di dire “smetto quando voglio”, perché smettere non le importava, perché non le importavano le conseguenze, il futuro… solo il presente contava, solo il disperato desiderio di trovare un modo per continuare a sopravvivere, solo la stancante voglia di avere un motivo per non morire, per non cadere giù.

In fondo era solo una bambina, una giovane adolescente bisognosa non di attenzioni particolari, ma di un po’ di pazienza, di qualcuno che con coraggio sapesse entrare nel suo cuore, nella sua mente e le permettesse di far fuoriuscire la rabbia e la disperazione .
Piangeva in silenzio, piangeva piano, piangeva lenta.
La pioggia cadeva fitta, non aveva più voglia di niente, nulla le importava… ora ciò che più desiderava era andare lontano, via da ogni cosa che ormai aveva perso significato.
Le campane suonavano meste e lentamente la folla si dirigeva a dar l’ultimo saluto.
In fondo siamo tutti di passaggio,
ma era troppo presto.

Consuelo Trogu

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