cronache e opinioni

Venticinque giorni in Germania

Il governo tedesco invita 43 studenti italiani a partecipare ad un soggiorno in Germania, nel periodo che va dal 28 giugno al 23 luglio 2011.
E io facevo parte di quei quarantatré studenti italiani. La repubblica federale tedesca offre ogni anno una borsa di studio che permette a due studenti per regione, escluso il Trentino per cui sono cinque, di andare in Germania, più precisamente circa tre settimane presso una famiglia bavarese e una settimana a Berlino.
Ma vorrei parlarvi della mia esperienza nel dettaglio.

A Febbraio ho saputo di questa borsa di studio e fin da subito ho espresso il desiderio di voler provare a vincere la borsa di studio, mediante un colloquio che si sarebbe tenuto all’Ufficio Scolastico Regionale, a Cagliari.
La mattina del 15 marzo 2011 ho saputo che il colloquio si sarebbe tenuto il giorno dopo e la cosa mi ha scossa parecchio visto che vedevo il giorno ancora lontano, ed è stata una “bella” sorpresa sapere che si sarebbe tenuto l’indomani.
Tuttavia, il 16 marzo 2011, mi sono recata assieme alle mie compagne e la Prof.ssa Uda a Cagliari. I partecipanti al colloquio erano tredici, non molti effettivamente, ma sicuramente molto preparati e pronti a tutto pur di vincere la borsa di studio. La competizione non si è prospettata facile fin dall’inizio, dal momento che c’erano studentesse che studiavano il tedesco da quattro anni.
Sono stata l’ultima ad affrontare il colloquio, quindi ho sentito l’ansia e la paura fino alla fine. L’esito non mi era sembrato molto positivo, visto che ero abbastanza tesa, e da alcuni appunti che mi erano stati fatti durante il colloquio mi ero ormai detta che non mi avrebbero mai presa.
Tuttavia, tra me e me, l’avevo già vista come una grande vittoria personale. Dopo due ore di attesa, però, ho avuto una vittoria ancora più grande: ero stata scelta. Non riuscivo a realizzare la cosa per un insieme di emozioni contrastanti, e ho avuto paura di non sentirmi all’altezza di questa esperienza.

A inizio Giugno, mi arrivò una mail dal mio fratello ospitante, Max, dove si presentava e dove mi dava alcune informazioni, e mi arrivò anche una mail da quella che sarebbe stata la mia compagna di casa, Silvia, una ragazza toscana. Infatti, noi siamo stati divisi per due ed assegnati ad una famiglia, a parte un gruppo di tre ragazze. La cosa mi aveva abbastanza rincuorato: almeno non sarei stata del tutto sola.

Il 28 giugno sono arrivata al Friedrich-König-Gymnasium (la mia scuola) solamente verso le 18.30, e lì abbiamo incontrato i rispettivi genitori ospitanti, che ci aspettavano entusiasti. Io e Silvia siamo andate subito ad Estenfeld (un piccolo paesino distante circa mezz’ora da Würzburg, la città dove avrei frequentato la scuola), assieme ad Angela, la mia madre ospitante. Ho avuto un grande imbarazzo iniziale e avevo una grande paura di sbagliare, per cui parlavo un po’ faticosamente. Ma è una cosa che si supera abbastanza facilmente.

Tuttavia, dal 28 giugno al 17 luglio sono stata presso la mia famiglia ospitante e ho frequentato la scuola. Avevamo un programma redatto dal Signor Zeiss, la nostra guida a Würzburg. Questo programma prevedeva lezioni di poesia, letteratura, lessico, musica, escursioni in alcune città bavaresi, ospitazione (cioè assistevamo alle lezioni dei/delle nostri/e fratelli/sorelle ospitanti). L’ultimo giorno di scuola, abbiamo dovuto presentare la nostra patria e abbiamo organizzato un vero e proprio spettacolo per le nostre famiglie ospitanti.

Con la famiglia, invece, sono spesso andata a fare passeggiate nei boschi, sono andata alle feste popolari, come per esempio il Johannistag, che viene festeggiato ai primi di luglio e durante il quale viene organizzato un grandissimo falò. Sono stata anche a Francoforte e ho conosciuto quasi tutti gli altri membri della famiglia. La famiglia ha sempre cercato di aiutarmi ed è sempre stata molto gentile con me, e mi tengo ancora in contatto con loro, con grande affetto.

Dal 18 luglio al 23 luglio, sotto la guida di Lara e Lisa, abbiamo trascorso la settimana a Berlino, un’autentica città d’arte, viva, giovanile. Siamo spesso stati a teatro, abbiamo visitato la città, il parlamento. Abbiamo visto i resti del muro, un bunker, un lager, quest’ultimo abbastanza impressionante. Abbiamo visitato due musei, uno a scelta (nel mio caso il Beggruen, dove ci sono alcune opere di Picasso, Matisse, Klee e infine Brassaï, un fotografo) e uno sugli ebrei, essenziale, ma forte.

Ho trascorso esattamente venticinque giorni in Germania. Sono andata autenticamente incontro alla cultura tedesca e alla società tedesca. Ho conosciuto tantissime persone e visto paesaggi meravigliosi. Ma soprattutto è un’esperienza che mi ha educato non sono dal punto di vista linguistico – ho perfezionato molto la lingua in poco tempo -, ma anche da un punto di vista personale: forse è banale da dire, ma finché non la si vive non si può capire quanto ti fa crescere dentro e quanto ti responsabilizzi, anche da un punto di vista relazionale. E’ difficilissimo da spiegare a parole.

Mi fa molto piacere che mi sia stata la possibilità di raccontare la mia esperienza, e a tutti consiglio vivamente di provare, di tentare, almeno, il colloquio. L’impegno e la dedizione vi porteranno sempre su una buona strada. E non abbiate paura dei tedeschi: sono delle persone dolcissime!

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