cronache e opinioni

Fuori dall’aula? Yes, please!

Outdoor Education, ovvero trasferire lo spazio didattico nella vita sociale, nell’ambiente naturale e culturale: fare lezione al di fuori degli ambienti tradizionalmente ad essa deputati. È stata questa la tematica del corso Comenius Outdoor Environmental Education, tenutosi a Rimforsa, Svezia, dal 19 al 26 agosto 2006. Con me, hanno partecipato 35 insegnanti (dalla materna alla secondaria superiore) di 15 paesi europei.
Il corso ha permesso di ampliare ed approfondire la conoscenza dell’Educazione ambientale all’aperto, di sperimentare tecniche e metodi d’insegnamento che possono essere applicati alle attività scolastiche quotidiane, e di verificare come l’Outdoor Environmental Education (ODE) possa rappresentare il momento di sintesi dell’apprendimento indoor. I partecipanti hanno lavorato in team interdisciplinari (erano presenti docenti di L1, storia, geografia, scienze, matematica, educazione fisica, L2). Oltre ad alcune lectures, che hanno fornito l’input teorico alle attività della giornata, i docenti hanno partecipato a laboratori e moduli pratici su temi come lo sviluppo personale e sociale, attività outdoor, programmi ambientali. Ogni giorno è stato dedicato ampio spazio alla riflessione sulle attività svolte e su come si sarebbero potute riutilizzare nella propria realtà didattica.
Durante il corso l’ambiente (sia quello urbano che quello extraurbano) ha costituito lo scenario di studi tematici: non solo il paesaggio, quindi, ma anche la cultura delle popolazione che quel paesaggio ha abitato attraverso i secoli. Il paesaggio visto come luogo di esperienza e di acquisizione di competenze e conoscenze, come grande spazio didattico per l’insegnamento della storia, geografia, scienze, lingue straniere… L’ODE può attuarsi, infatti, sia in ambienti “organizzati per l’apprendimento” (giardini botanici, zoo, musei etc.) ma anche in ambienti “non organizzati” (città, ambienti coltivati, lacustri, boschi): l’ambiente naturale (sia esso città o bosco) costituisce sia il luogo che l’oggetto dell’apprendimento.
L’ ODE implica non solo la programmazione di attività che richiedono movimento e spazi aperti ed una pedagogia basata sulle esperienze sensoriali ma anche lo sviluppo di abilità personali e sociali. Il corso ha permesso di lavorare concretamente con la pedagogia outdoor che prevede, tra l’altro, competenze nella gestione del gruppo classe (per esempio attraverso attività di ice-breaking miranti ad accrescere nello studente l’autostima, lo sviluppo personale e sociale, in una prospettiva interculturale e attraverso la condivisione delle esperienze e conoscenze) e nella progettazione di attività interdisciplinari. Aspetti, questi, fondamentali in ogni contesto educativo. L’attività di formazione ha quindi costituito una preziosa esperienza dell’attuazione del learning by doing (“imparare facendo”), in quanto tutte le attività sono state sperimentate in prima persona dai docenti corsisti.
L’esperienza è stata assolutamente positiva, sia sotto il profilo professionale, data la competenza dei docenti esperti e la perfetta programmazione e realizzazione del corso, sia sotto il profilo più strettamente personale ed interpersonale, grazie all’atmosfera particolarmente positiva che si è instaurata nel gruppo. E questo grazie alle outdoor activities… e al meraviglioso scenario svedese.
Vorrei concludere suggerendo ai colleghi di cogliere le opportunità che Comenius offre ai docenti: sono occasioni imperdibili non solo di crescita professionale, ma anche di conoscenza: di un altro paese (tutti i corsi Comenius devono essere svolti in un paese diverso dal proprio), di altre realtà scolastiche (è quasi sempre prevista la visita a istituzioni scolastiche), di colleghi provenienti da una varietà di paesi europei (nel mio caso Belgio, Bulgaria, Cipro, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia, Spagna, Turchia, Ungheria), di migliorare le proprie competenze linguistiche in una meravigliosa babele linguistica.

Donatella Arzedi

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