L’Istituto magistrale “Croce” è una scuola storicamente “al femminile”: una vocazione tradizionale che i nuovi indirizzi di studio tendono a “superare”, ma che ha recuperato senso e vitalità proprio nella realizzazione dei progetti PON della Misura 7.
La Misura 7 del PON (“Programma Operativo Nazionale”) ha come scopo la “promozione di scelte scolastiche e formative mirate a migliorare l’accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro”.
La progettazione e la guida, come tutor, dei due corsi gemelli “Comunicare in inglese” e “Il computer per comunicare” ha rappresentato per noi la prima esperienza in questo ambito.
Al di là dei contenuti specifici dei due corsi (rispettivamente un laboratorio di alfabetizzazione informatica e un laboratorio di inglese di base), ci siamo posti obiettivi comuni: il recupero di un adeguato livello di istruzione di base; il consolidamento di competenze strumentali, culturali, comunicative anche attraverso il confronto con gli altri. Abbiamo cercato di tener sempre viva la prospettiva di favorire il reinserimento delle partecipanti nel sistema formativo e lavorativo come soggetti consapevoli di sé e della propria appartenenza di genere.
La realizzazione dei due corsi in parallelo, quasi sempre in contemporanea, ha permesso a noi tutor e agli esperti di elaborare strategie comuni, di condividere materiali, di superare insieme i contrattempi, sentendoci sempre parte di un “progetto” di maggior respiro.
Vogliamo credere che questo spirito sia stato colto da tutti coloro che hanno lavorato accanto a noi.
Il riscontro in termini di iscrizioni è stato inaspettato, e siamo convinti corrisponda a un bisogno profondo – e ancora in gran parte disatteso – non solo di formazione, ma anche di emancipazione. A confermare tale bisogno, gli abbandoni sono stati pochissimi e la percentuale di presenze particolarmente alta. Il monitoraggio ha dimostrato che le corsiste hanno compreso bene gli obiettivi dell’intervento didattico, hanno partecipato con interesse, hanno acquisito competenze e abilità apprezzabili. Ma ci pare che il miglior risultato sia dato dall’ottimo livello di coesione del gruppo e dal clima collaborativo che si è creato.
Crediamo però che sia stata un’iniziativa collaterale a lasciare il segno più duraturo. Il progetto di accoglienza dei bambini A scuola con mamma ha rappresentato una preziosa “esperienza nell’esperienza”. Amalia Capriccioni, docente di Pedagogia, ha progettato uno stage cui hanno partecipato le studentesse della IV A pedagogico, realizzando attività ludico-ricreative con bambini di differenti età. Così in una scuola “al femminile” si sono incontrate tre generazioni di donne: le madri, le studentesse, le bambine.
“Che strana, questa scuola, mamma” ha commentato una bambina “ci vieni tu, ci vengo io, ci viene mia sorella…”.
Donatella Arzedi, Paolo Meloni