Colloqui generali

  1. Liceo linguistico – martedì 10 dicembre, 15.30-18.00
  2. Liceo delle scienze umane – mercoledì 11 dicembre, 15.30-18.00
  3. Liceo delle scienze umane economico-sociale – giovedì 12 dicembre, 15.30-18.00
  4. Liceo musicale – giovedì 12 dicembre, 15.30-18.00

Donne della Resistenza e madri della Costituzione

Dal 28 Novembre al 6 dicembre 2019 il nostro Istituto ospita la mostra “Donne della Resistenza. Madri della Costituzione. Itinerari di democrazia”, ideata dalla dottoressa Luisa Sassu e curata dall’ANPI Sardegna.
Attraverso quindici pannelli viene offerta un’opportunità di riflessione sul contributo fornito dalle donne alla lotta di Liberazione e alla stesura della Carta Costituzionale, dunque alla nascita della democrazia in Italia.

Imperfetti e vincenti

Riportiamo un articolo pubblicato su linkoristano.it (15/11/2019)

L’Istituto Magistrale vince la sfida dei “cervelloni” sulla Montalcini

La competizione nell’ambito del Festival Scienza a Oristano

Una sfida a colpi di nozioni, quella che ha coinvolto gli alunni di tre scuole della città di Oristano. A vincere la competizione, che consisteva in una gara di lettura sull’autobiografia di Rita Levi-Montalcini “Elogio dell’imperfezione”, la squadra formata dell’Istituto Magistrale Benedetto Croce, composta da studenti del triennio e che aveva come portavoce Marta Osilo della 5A linguistico.
Le squadre erano composte da circa 20 studenti del triennio per ogni scuola. Oltre all’Istituto Magistrale, hanno partecipato anche gli studenti del Liceo Scientifico Mariano IV D’Arborea e del De Castro.
Le tre squadre si sono sfidate sul modello della nota trasmissione televisiva “Per un Pugno di Libri”. A condurre la gara, organizzata nell’ambito del Festival Scienza in questi giorni a Oristano, Santina Raschiotti.
Il preside dell’Istituto Benedetto Croce, Salvatore Maresca, si è detto molto soddisfatto della vittoria, soprattutto per l’impegno che i ragazzi hanno dimostrato nella gara.

Contro la mafia, oltre i cento passi

Lo scorso 10 ottobre alcune classi della nostra scuola hanno incontrato Giovanni Impastato, fratello di Peppino Impastato, vittima della mafia per le sue idee e il suo impegno nella lotta contro Cosa nostra.
Ha raccontato la storia di suo fratello, di cui ormai è il portavoce, coinvolgendoci anche nei retroscena dei problemi di chi cresce in una famiglia mafiosa.
Tutto è iniziato con l’omicidio dello zio mafioso, nonché loro protettore.
“In quel momento – dice Giovanni Impastato – Peppino ha capito che la mafia non era positiva e giusta come ci avevano fatto credere fino a quel momento, era vile e crudele e bisognava sconfiggerla”.
Peppino però decide di combatterla a modo suo, diverso dal solito, usando per la prima volta l’ironia, smitizzando l’invincibilità della mafia. Si adopera con un gruppo di amici e fonda il gruppo “Musica e Cultura” e in seguito “Radio Aut”, libera e autofinanziata, tramite la quale si occupa di denunciare delitti e affari mafiosi, cercando di coinvolgere più persone possibili e di dare una scossa alla società.
Alla domanda “La mafia è invincibile?” il signor Impastato risponde fermamente: “Assolutamente no”.
Quest’organizzazione malavitosa è ormai ben infiltrata in tutte le istituzioni e ha un gran potere. Lo Stato italiano, che nei decenni passati ha sconfitto altre organizzazioni delinquenti come le Brigate rosse e il terrorismo altoatesino, ora però sembra non riesca a eliminare questa forza nemica e il signor Impastato ha un’opinione molto netta a riguardo: “Lo Stato non ha ancora sconfitto la mafia perché non c’è la volontà di farlo!”

Una figura di rilievo, nella storia di Peppino, è stata la mamma Felicia Bartolotta, la quale ha deciso di schierarsi non solo dalla parte del figlio, ma anche dalla parte della giustizia, prendendo le sue difese e non lasciandolo solo. Al funerale del figlio, la signora Bartolotta prese un’importante decisione “senza la quale – dice Giovanni Impastato – forse non sarei qui oggi”: decise di non far vendicare la morte di Peppino, dimostrando così che la violenza non è la strada giusta e che la mafia si può e si deve combattere.
Il messaggio che Giovanni Impastato vuole dare, in particolar modo alle nuove generazioni, è che il potere che la mafia ha nella società si basa principalmente sulla paura delle persone, ma si può combattere se si è cittadini attivi.
Bisogna informarsi sul mondo che ci circonda e sui temi più importanti e delicati come la politica, la crisi climatica, etc. e farsi un’idea del quadro generale per poi cercare di trovare delle soluzioni efficaci. Non dobbiamo né lasciarci condizionare dalla realtà che ci circonda né lasciarci strumentalizzare dalla politica, spesso populista e demagogica; al contrario dobbiamo essere noi in quanto soggetti pensanti a creare un ambiente sereno, democratico e favorevole alla giustizia sociale.
La mafia prolifera in una società che non promuove la partecipazione sociale e politica, dove regnano l’ignoranza e una mentalità chiusa e oppressiva basata sulla prepotenza e l’intimidazione.
Peppino Impastato voleva promuovere una società dove i cittadini potessero trovare un alleato nell’affermazione del principio della legalità.
Giovanni Impastato conclude il suo intervento coinvolgendoci in un pensiero molto importante: “per sconfiggere la mafia dobbiamo distruggere il muro dell’indifferenza, del razzismo e della xenofobia e promuovere la solidarietà”.

5ªC Linguistico

Il viaggio di Vittorio

Il 24 Settembre 2019 sei classi del nostro Istituto si sono recate al Centro Servizi Culturali U.N.L.A. per incontrare Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, attivista nella Striscia di Gaza con lo scopo di aiutare i palestinesi nel conflitto israeliano-palestinese. Il suo slogan, “Restiamo umani”, ancora rimane come monito di molte associazioni umanitarie.
Un incontro molto personale, iniziato con la visione di un filmato di diciassette minuti il cui protagonista era un Vittorio pieno di vita, con una voglia di cambiare il mondo che veniva subito comunicata dalla sua passione per la causa per la quale combatteva. L’incontro poi è proseguito con le letture dei suoi temi delle elementari (tratti dalla sua biografia), dove già traspariva un amore incondizionato per la pace, e un senso di giustizia molto marcato; temi molto complicati per un bambino delle elementari, che trattano anche argomenti come il razzismo, la religione e la xenofobia con le parole di un bambino.
Questa semplicità e questa leggerezza hanno scaldato il cuore dei presenti, ricordando quanto fosse già forte lo spirito del piccolo Vittorio.
In seguito, dopo aver parlato e letto della sua gioventù, Egidia inizia il racconto del viaggio (o meglio, dei numerosi viaggi) di Vittorio. Si è parlato del senso d’inquietudine che comunicava nei suoi momenti a casa, dopo esser tornato dai suoi viaggi, e di quanto partire e fare la cosa giusta per aiutare gli altri lo rendesse veramente felice.
Il racconto del rapimento, il 14 Aprile 2011, e del ritrovamento del cadavere il giorno successivo ha scosso tutti i presenti. Questa storia terribile raccontata dalla madre era un misto di dolore, rabbia e nostalgia. Egidia però, come solo una madre poteva fare, ha comunicato anche tanto amore rendendo quell’incontro qualcosa più che una qualunque presentazione di un personaggio. Non si parlava di Vittorio Arrigoni, ma si parlava con Vittorio, con il ricordo di lui che vivrà nei cuori di tanti italiani, ma specialmente di tanti palestinesi che lo vedono come un eroe. Un eroe che, nel suo piccolo, ha scosso gli animi di milioni di persone, diventando un esempio per chiunque senta dentro di sé un senso di giustizia, una voglia di aiutare il prossimo e una inquietudine irrefrenabile.
La maggior parte delle persone passano la loro vita aspettando il momento in cui le cose cambieranno, ma non lui, che cambiando il modo in cui guardava le cose ha fatto sì che le cose che guardava cambiassero.
Scrisse articoli per “Il Manifesto” e scrisse sul suo blog online “Guerrilla radio”. Dopo la sua scomparsa, un post: “Dopo la morte di Vittorio avremmo voluto ridare vita a questo blog. I nostri tentativi sono stati inutili. Il blog non è ritornato in vita, ma è stato vivo quando Vittorio era in vita.” Ciò si collega a una domanda che fu fatta a Egidia da uno studente, durante uno dei suoi incontri: “Vittorio è stato più utile da vivo o da morto?”, domanda che la scosse, ma a cui rispose dicendo che l’importanza di Vittorio era troppo forte, aveva lasciato un’impronta molto profonda durante la sua vita, e ne ha lasciato una altrettanto profonda con la sua scomparsa.

La 4ªA Linguistico