In visita al Consultorio familiare

In seguito alla proposta della Prof.ssa Donatella Arzedi di frequentare un tirocinio al consultorio familiare, vista la grande partecipazione mostrata dalla classe, nella mattinata del 18 Marzo è venuta a conoscerci la Dott.ssa Grimaldi (pediatra), una delle responsabili del consultorio, illustrandoci in cosa consisterà il nostro futuro stage. Successivamente il 4 Aprile, accompagnati dalle Proff.sse Mirella Tatti e Donatella Arzedi, abbiamo visitato il consultorio familiare, per il futuro tirocinio nella sede di Via Casula a Oristano.
L’incontro è iniziato all’interno della sala per i corsi preparto; per prima ha parlato l’ostetrica spiegandoci la funzione del consultorio, ossia un servizio socio-sanitario rivolto all’educazione e prevenzione in campo ginecologico e pediatrico che inoltre fornisce assistenza psicologica e legale. A Oristano è un punto di riferimento per le giovani madri e persone che hanno bisogno di supporto in qualsiasi campo, dall’igenico-sanitario a quello legale.
La pediatra in seguito si è soffermata a parlare dei metodi contraccettivi e delle visite specialistiche ginecologiche e del suo ruolo all’interno del consultorio. A seguire sono intervenute le assistenti sociali, facendoci presente, attraverso alcuni esempi, l’importanza dell’affidamento e dell’adozione sempre più difficili. Poi la psicologa ci ha presentato in cosa consiste in generale il suo lavoro e quanto sia importante l’aiuto psicologico in qualunque età. Infine la Dottoressa Grimaldi, che ci guiderà nel nostro percorso, ci ha fatto visitare i vari ambienti, in particolare l’ambulatorio pediatrico e quello ginecologico.
Questa esperienza è stata positiva, soprattutto per comprendere l’importanza di queste strutture per la nostra comunità, dandoci aiuto e informazioni utili per rendere migliore la nostra vita e quella degli altri, prospettando un futuro migliore e degno per tutti. Siamo sicuri che questo tirocinio sarà una bella esperienza, ma soprattutto utile.

IV B Scienze sociali

Merci merci merci…

Pour tous ceux qui, comme moi, l’année dernière ont obtenu le diplôme du DELF, l’après-midi du mercredi 12 Mars a été très importante. ‘Notre mère du DELF’, Mme Lucia Soddu, pour la deuxième fois a organisé la cérémonie des diplômes. Cinquante-sept élèves, qui fréquentent le lycée scientifique de Ghilarza et d’Oristano, le lycée classique ‘De Castro’ et notre institut, ont reçu ce diplôme qui est délivré par le Ministère de l’Education Nationale.
Beaucoup d’ autorités ont participé: il y avait le maire d’ Oristano Mme Angela Nonnis, le conseiller municipal M. Tonino Falconi et les proviseurs des lycées: M. Giorgio Pinna, Prof. Guido Tendas et Prof. Salvatore Zucca. Ils sont venus aussi des représentants du ‘Ministère d’éducation nationale enseignement supérieur recherche’ de la république française, entre lesquelles il y avait Mme Elisabeth Faure, conseiller pédagogique du centre d’examen DELF.
Désormais, dans notre institut, le DELF est une tradition: toutes les années environ quarante étudiants se préparent pour obtenir le diplôme. Nous espérons vivement que d’autres écoles de notre province puissent participer ce cours de français.
Il nous ne reste qu’à remercier tous les personnes qui nous ont aidés pendant cette année de fatigue, de joie et riche de beaucoup d’engagement: MERCI !!!

Igor

Ottime notizie dal PET

Tutte le allieve che hanno dato l’esame esterno Cambridge PET nella sessione di giugno sono passate: ciò che rende l’evento oltremodo degno di nota è il fatto che si tratta di allieve delle seconde e delle terze classi del linguistico.
L’anno scorso insieme con le allieve di quinta linguistico hanno dato l’esame tre studenti di prima liceo linguistico e due di loro sono passati con il massimo punteggio!

So che sono piccoli numeri ma credo che siano significativi in una realtà depressa come è la nostra area geografica. Si sentono spesso e soltanto delle analisi disastrose sul sistema scolastico italiano e del sud in particolare, si continua a ripetere che i ragazzi italiani non “masticano” la lingua inglese altrettanto bene come i loro coetanei degli altri paesi europei eppure negli ultimi anni, sempre più spesso, stanno arrivando studenti veramente bravi e con tanta voglia di imparare.
La scuola media funziona se lo studente fa il suo dovere e quindi prendere il PET in prima superiore e il First Certificate in terza/quarta potrebbe essere la norma in un futuro prossimo.

Io sono molto ottimista e credo nelle nuove leve. Per il momento CONGRATULAZIONI ai nostri allievi e… continuiamo così.

Prof.ssa Pasqualina Pintus

Progetto concluso: considerazioni e ringraziamenti

Si è concluso ad agosto il progetto PON 1.1C-2006-64 “Broadening My Horizons” (Allargando i miei orizzonti), finanziato con i fondi della Comunità Europea.
Gli obiettivi formativi specifici del progetto iniziato nel settembre 2006 erano principalmente due: migliorare le competenze linguistiche relativamente alla lingua inglese e approfondire la conoscenza dell’ICT.
Per raggiungere questi obiettivi, gli allievi hanno frequentato un corso pomeridiano da dicembre a giugno, durante il quale, seguiti da Ian Macdonald esperto madrelingua inglese, hanno elaborato un opuscolo-brochure in lingua inglese sulla storia e le leggende dei siti archeologici della provincia di Oristano. Hanno poi elaborato un questionario in lingua italiana e si sono quindi recati a Cagliari per svolgere un’indagine sulle abitudini turistiche della popolazione locale; infine hanno usato lo stesso questionario, in lingua inglese, in Inghilterra, a Hastings dove, durante lo stage di tre settimane dal 15 luglio al 05 agosto, hanno svolto un’indagine identica e parallela usando la brochure da loro prodotta per presentare la provincia di Oristano.
Il risultato finale sono dei grafici costruiti con Excel, e la lettura dei dati riferiti alle abitudini turistiche degli abitanti intervistati e al giudizio espresso sui luoghi presentati nella brochure stessa.
Il progetto prevedeva che gli studenti selezionati fossero in possesso della certificazione esterna a livello B2; pertanto, a partire dal mese di Ottobre è stata fatta una prima selezione tra gli studenti delle classi quarte che hanno dimostrato interesse nel progetto.
Gli studenti che hanno dimostrato di possedere le competenze linguistiche adeguate hanno quindi partecipato a un corso preparatorio per l’esame Trinity livello B2. L’esame è stato superato da 15 dei 17 studenti partecipanti.
Il gruppo, originariamente composto da 15 allievi partecipanti si è ridotto a 12 effettivi che hanno partecipato allo stage conclusivo in Gran Bretagna, un’allieva si è dovuta ritirare a causa del trasferimento della famiglia in un’altra regione d’Italia, una si è ritirata nell’ultimo mese per superamento del limite delle assenze (causa malattia), infine una allieva ha frequentato tutto il corso ma, a due giorni dalla partenza, non è potuta partire a causa di gravi problemi di salute.
Tutte le allieve che hanno partecipato al progetto hanno migliorato le proprie competenze linguistiche attestandosi tra il livello Upper Intermediate e il livello Intermediate.
Hanno inoltre arricchito il proprio curriculum vitae in quanto possono attestare il possesso del certificato B2 Trinity, dell’attestato di frequenza di un corso di lingua inglese presso la scuola ‘Ces Embassy’ oltre che dell’attestato di frequenza al corso PON.
Tutte, comunque, attraverso la produzione della brochure sia in formato cartaceo che con Power Point e l’elaborazione dei dati statistici ottenuti dall’indagine, hanno usato Power Point, Word, Excel e internet. Ciò costituisce un buon punto di partenza per il loro futuro inserimento professionale.
In conclusione, nonostante gli errori, la fatica di frequentare in orario pomeridiano (soprattutto per i pendolari), ritengo di poter affermare che i risultati siano certamente positivi. I ragazzi hanno vissuto un’esperienza all’estero che li ha fatti crescere non solamente dal punto di vista linguistico ma anche e soprattutto dal punto di vista umano.
Per molti di loro era la prima esperienza significativa di soggiorno all’estero e, per tutti, era la prima esperienza in assoluto di soggiorno in una famiglia inglese. Hanno vissuto nei luoghi e nell’atmosfera di cui fino ad allora avevano solamente sentito parlare e hanno imparato ad apprezzarne anche i lati negativi.
Vorrei infine ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile questo progetto: i ragazzi che hanno partecipato facendo del loro meglio, Ian Macdonald il cui expertise si è rivelato fondamentale per il lavoro dei ragazzi, il Prof. Pruneddu che li ha seguiti nella parte iniziale e li ha incoraggiati ad andare avanti, gli accompagnatori per lo stage a Hastings: la Prof.ssa Donatella Arzedi e Grazia Mameli nostro collaboratore tecnico che sono stati sempre presenti e disponibili e, infine, last but not least, il nostro DSGA Agnese Inconis sempre disponibile a trovare la giusta soluzione ai vari problemi che via via si presentavano.

Il Coordinatore del progetto
Prof.ssa Pasqualina Pintus

L’attività è stata condotta nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Scuola “La scuola per lo sviluppo” 2000-2006 – Misura 1- Azione 1.c “Sviluppo di competenze di base e trasversali nella scuola” – Configurazione C) Percorsi linguistici nei Paesi dell’Unione Europea – FSE

Un saluto, con un pizzico di invidia

Un altro anno scolastico è trascorso e anche questa volta alcuni colleghi ci lasceranno per dedicarsi finalmente ad altre attività. Siamo contenti per loro e auguriamo di poter trascorrere gli anni futuri in piacevoli occupazioni ma… ci dispiace!
Ci spiace non poter più contare sui saggi consigli e sulla gentile e materna disponibilità di Margherita Meloni. E’ stata molto importante, presente a scuola ma anche nella vita; disponibile e generosa, ha saputo nutrirci di attenzioni, dolcini, caffè e the.
Ci spiace non poter più contare sulla “dolce acidità” di Caterina Cocco, che, apparentemente irremovibile e brontolona, in realtà si prodigava tra i puzzle dell’orario per poter esaudire le richieste dei colleghi; inutile dire che non è mai stata un’impresa facile e che qualcuno è rimasto insoddisfatto, ma lei ha cercato sempre di far quadrare il cerchio!
Ci spiace non poter più incontrare la “filosofica presenza” di Amalia Capriccioni, che forse ha raggiunto il suo Nirvana distaccandosi dalle cose terrene per raggiungere la perfezione (leggi Pensione). Forse non tutti sanno che dobbiamo proprio a lei, e al suo puntuale lavoro, il nostro POF storico e i “Poffini” che distribuiamo nelle scuole medie per l’orientamento scolastico.
Ci mancherete tutte anche per il vostro serio, duro lavoro in questa scuola a cui avete dato molto. Vogliamo salutare anche il Dirigente scolastico, Angelo Mura, che come il passaggio di una cometa ha trascorso nel nostro Istituto solo un anno… e ora ritorneremo orfani di preside!
Tra le persone che lasceranno la nostra scuola, non per pensionamento ma per trasferimento, c’è anche Paolo Meloni, che vogliamo ringraziare per la ventata informatica che ci ha portato; se ora anche la sottoscritta riesce a digitare qualcosa lo deve a lui, ai suoi corsi e alla sua disponibilità.
A tutti un grande ringraziamento per i bei momenti trascorsi insieme, e anche per quelli brutti, perché (come dico spesso alle mie alunne) la scuola non è fatta solo di lezioni, nozioni e materie ma di rapporti umani, esperienze e amicizie. Insomma, è scuola di vita.
Con grande affetto.

Franca Mugittu

Parole e pensieri

La prima volta che mi sono avvicinata “seriamente” alla filosofia è stato due anni fa. Ricordo di aver trascorso l’estate con il latente ma vivido desiderio di scoprire questa disciplina…non sapevo a cosa andavo incontro in realtà. Poi mi accorsi che di filosofia ne avevo già sentito parlare, nel profondo di me stessa come nel partecipare alla vita di tutti i giorni.
In questi anni ho imparato che la filosofia non è un fatto elitario: filosofi possono esserlo tutti, non solo nella lettura di Sartre o Nietzsche ma nella problematicità del quotidiano, che poi non è molto diverso. Il discorso filosofico ha la straordinaria capacità di farsi meditazione solitaria e nel contempo esigenza di comunicare per mettere alla prova le idee, per condividerle e arricchirle, pur sempre mantenendo il suo rigore costitutivo.
La filosofia è sviluppo dello spirito critico e perciò può essere incarnazione stessa della democrazia, ed è proprio nel relativismo che essa trova il suo punto di forza. La debolezza stessa della democrazia nel mettere costantemente tutto in discussione e nel ricacciare qualsiasi premessa d’autoritarismo, non la preserva certo da periodi di crisi ma è il segreto della sua stessa sopravvivenza.
È connaturata nell’uomo l’esigenza di autodescrizione: abbiamo bisogno di sapere continuamente che cosa stiamo facendo e chi siamo, di etichettare il pensiero del nostro tempo per riconoscerci simili agli altri. È pur vero che gli uomini, ad un certo punto della loro storia, non sapevano più (o forse ancora non sanno?) che nome darsi. Tuttavia sarebbe più utile riconoscere in questa fame di idee una spinta forte verso modelli nuovi, piuttosto che connotarne l’assenza, anche perché l’uomo, di fatto, non ha mai smesso di pensare. Il progresso scientifico e tecnologico non ha intorpidito le menti, come molti sostengono, dal momento che ragionare è proprio questo: non permettere alle condizioni storico-politiche di travolgere ogni cosa, piuttosto trarne giovamento per rafforzare, rinvigorire e ammodernare l’arte del pensare. Che cosa sarebbe il pensiero se non fosse funzionale a risolvere taluni interrogativi nuovi? Come le acque del mare necessitano di una tempesta per preservarsi dalle putredine, così gli individui hanno bisogno di stimoli differenti e sempre nuovi per mantenersi svegli, attivi e producenti.
Allora nessuno stupore desterà l’accostamento della filosofia agli interrogativi che potrebbero sembrare scontati, come la vita stessa, la morte, l’amore: scontati, non banali. Banalità è altro, è stupidità, è ignoranza, pericolo dell’equivoco.
Allo stesso modo non desterà sospetto o diffidenza, neanche nei più conservatori, che il pensiero possa avvicinarsi alle altre scienze in un discorso multidisciplinare altamente produttivo. Viviamo nell’era dei “Grandi Fratelli” onnipresenti, della volgarità profusa in ogni dove e della distruzione, ma sarebbe errato condannare il nostro come il tempo dell’indifferenza.
J. P. Sartre in questo è maestro: l’uomo è chiamato a scegliere obbligatoriamente. Perciò non possiamo guardare al modo d’oggi come fosse qualcosa di distante, che non ci appartiene, perché è il nostro mondo, a nostra immagine e somiglianza. Troppo comodo pretendere di rimanere dietro un vetro d’illusione e distacco, d’insoddisfazione e lamento, puntando il dito contro gli altri. Se non mi ci sono sottratto, anche la guerra è una scelta, poiché essa non è mai generica ma è sempre la mia, la tua, o la sua guerra. Sarà per mollezza, sarà per noncuranza, tuttavia è sempre frutto di un atto di responsabilità; questo non vuole farsi un discorso colpevolista e moralista, sia mai! La necessità del pensiero è necessità di rincorrere il moto inarrestabile del mondo. Che il mondo possa rallentare non è pensabile, dunque tocca all’uomo trasformare il suo pensiero per adeguarlo al mondo e agli altri uomini.
Sarebbe saggio rinunciare alle vecchie pretese di racchiudere il mondo in una parola o pensare che l’uomo possa controllare tutto il creato. Bisogna accettare, senza nostalgie di sorta, un mondo che va sempre più emancipandosi dagli individui che lo abitano, senza dover considerare questo necessariamente come un male.

Claudia Piroddu
V C Liceo pedagogico

Fuori dall’aula? Yes, please!

Outdoor Education, ovvero trasferire lo spazio didattico nella vita sociale, nell’ambiente naturale e culturale: fare lezione al di fuori degli ambienti tradizionalmente ad essa deputati. È stata questa la tematica del corso Comenius Outdoor Environmental Education, tenutosi a Rimforsa, Svezia, dal 19 al 26 agosto 2006. Con me, hanno partecipato 35 insegnanti (dalla materna alla secondaria superiore) di 15 paesi europei.
Il corso ha permesso di ampliare ed approfondire la conoscenza dell’Educazione ambientale all’aperto, di sperimentare tecniche e metodi d’insegnamento che possono essere applicati alle attività scolastiche quotidiane, e di verificare come l’Outdoor Environmental Education (ODE) possa rappresentare il momento di sintesi dell’apprendimento indoor. I partecipanti hanno lavorato in team interdisciplinari (erano presenti docenti di L1, storia, geografia, scienze, matematica, educazione fisica, L2). Oltre ad alcune lectures, che hanno fornito l’input teorico alle attività della giornata, i docenti hanno partecipato a laboratori e moduli pratici su temi come lo sviluppo personale e sociale, attività outdoor, programmi ambientali. Ogni giorno è stato dedicato ampio spazio alla riflessione sulle attività svolte e su come si sarebbero potute riutilizzare nella propria realtà didattica.
Durante il corso l’ambiente (sia quello urbano che quello extraurbano) ha costituito lo scenario di studi tematici: non solo il paesaggio, quindi, ma anche la cultura delle popolazione che quel paesaggio ha abitato attraverso i secoli. Il paesaggio visto come luogo di esperienza e di acquisizione di competenze e conoscenze, come grande spazio didattico per l’insegnamento della storia, geografia, scienze, lingue straniere… L’ODE può attuarsi, infatti, sia in ambienti “organizzati per l’apprendimento” (giardini botanici, zoo, musei etc.) ma anche in ambienti “non organizzati” (città, ambienti coltivati, lacustri, boschi): l’ambiente naturale (sia esso città o bosco) costituisce sia il luogo che l’oggetto dell’apprendimento.
L’ ODE implica non solo la programmazione di attività che richiedono movimento e spazi aperti ed una pedagogia basata sulle esperienze sensoriali ma anche lo sviluppo di abilità personali e sociali. Il corso ha permesso di lavorare concretamente con la pedagogia outdoor che prevede, tra l’altro, competenze nella gestione del gruppo classe (per esempio attraverso attività di ice-breaking miranti ad accrescere nello studente l’autostima, lo sviluppo personale e sociale, in una prospettiva interculturale e attraverso la condivisione delle esperienze e conoscenze) e nella progettazione di attività interdisciplinari. Aspetti, questi, fondamentali in ogni contesto educativo. L’attività di formazione ha quindi costituito una preziosa esperienza dell’attuazione del learning by doing (“imparare facendo”), in quanto tutte le attività sono state sperimentate in prima persona dai docenti corsisti.
L’esperienza è stata assolutamente positiva, sia sotto il profilo professionale, data la competenza dei docenti esperti e la perfetta programmazione e realizzazione del corso, sia sotto il profilo più strettamente personale ed interpersonale, grazie all’atmosfera particolarmente positiva che si è instaurata nel gruppo. E questo grazie alle outdoor activities… e al meraviglioso scenario svedese.
Vorrei concludere suggerendo ai colleghi di cogliere le opportunità che Comenius offre ai docenti: sono occasioni imperdibili non solo di crescita professionale, ma anche di conoscenza: di un altro paese (tutti i corsi Comenius devono essere svolti in un paese diverso dal proprio), di altre realtà scolastiche (è quasi sempre prevista la visita a istituzioni scolastiche), di colleghi provenienti da una varietà di paesi europei (nel mio caso Belgio, Bulgaria, Cipro, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia, Spagna, Turchia, Ungheria), di migliorare le proprie competenze linguistiche in una meravigliosa babele linguistica.

Donatella Arzedi

Chiacchierata col preside

Gli allievi della I C Pedagogico che partecipano al Corso di giornalismo hanno intervistato il nostro Preside, prof. Angelo Mura, che dirige nuovamente l’Istituto dal 1° settembre 2006, dopo un’assenza di sei anni, durante i quali ha diretto altre scuole.

Signor Preside, è difficile il suo lavoro in questa scuola?
Il mio lavoro non è difficile perché questa scuola ha del personale sia docente che non docente già esperto, quindi non ci sono grandi difficoltà per quello che riguarda l’amministrazione.
Il personale è quasi tutto di ruolo, esperto e capace. Inoltre, gli alunni, che hanno fatto la scelta di questo corso di studi, si aspettano di frequentare una scuola dove si studia e dove la cultura è apprezzata.
Quindi non ci sono grandi difficoltà, tanto che possiamo fare qualcosa di più di quella che è l’ordinaria gestione e l’ordinario curriculum scolastico attraverso tanti progetti e molti corsi di lingue straniere seguitissimi.
Possiamo sentirci fortunati anche perché questa scuola è situata in una provincia tranquilla.
Questa è la scuola, credo, dove si sta meglio e dove i ragazzi sono più soddisfatti.
Ci sono tante cose da fare e di certo si può migliorare, ma io ho diretto otto scuole e so qual è il livello di benessere diffuso nei vari istituti che ho conosciuto.

Influisce la percentuale molto alta delle femmine tra gli iscritti?
C’è una tradizione che è quella del vecchio Istituto Magistrale. Adesso il nostro Istituto è costituito da tre indirizzi: Socio-psico-pedagogico, Scienze Sociali e Linguistico. Nel vecchio istituto si iscrivevano prevalentemente delle ragazze, che miravano con un corso di quattro anni a insegnare nelle scuole elementari. Questo perché di solito le ragazze sono più portate per la cultura in generale, le scienze sociali, la pedagogia, e le lingue, mentre i ragazzi di solito sono più portati per la tecnica e la meccanica.
Questa specie di selezione è però un limite fino quando si va all’università; anche se molte nostre alunne si iscrivono in una serie di facoltà scientifiche, di solito resta questa tendenza per il sociale.

Molti ragazzi pensano che i professori di questa scuola siano un po’ troppo vecchiotti. Ma in realtà qual è l’età media dei professori?
L’età media dei professori è precisamente di 50,85 anni.
È un bene che l’età media non sia troppo elevata, però se l’età è sui 50 anni questo garantisce l’esperienza degli insegnanti, che sono tutti dei professori di ruolo; ma è anche vero che c’entra l’empatia fra insegnante e allievo.
Un certo numero di insegnanti giovani non guasterebbe, perché sono quelli che di solito legano di più con gli allievi.

Per quanto riguarda il nostro giornalino scolastico, cosa ne pensa?
Questo corso è una cosa simpatica e anche molto bella e istruttiva perché vi abituate a riflettere su certi problemi, e a sentire cosa ne pensano gli altri anche attraverso l’intervista.
Il giornalino è importante anche perchè imparate a fare insieme un lavoro produttivo, intellettuale e di ricerca e vi abituate anche a scrivere qualche articolo.
Quindi do una valutazione positiva a questo corso.

Ora sentiamo le esperienze del nostro preside…
Ho diretto tanti istituti in parte in continente dove ho anche studiato; ho frequentato il Liceo Classico a Oristano e poi la Facoltà di Filosofia a Torino.
Ho insegnato a Torino per alcuni anni e poi in altre città del Piemonte. Come preside ho diretto diversi Istituti sia in Piemonte che in Liguria e in Sardegna, e mi sono sempre proposto di soddisfare quelle che sono le richieste dell’utenza e del territorio. Anche per questo sono stato abbastanza attento quando ho visto che qui a Oristano mancava un Istituto Alberghiero. Ho fatto di tutto per istituirlo nella sede dell’Istituto Agrario di Nuraxinieddu. Quando sono passato all’Istituto Industriale anche lì ho fatto di tutto per istituire un corso serale di elettrotecnica perché era richiesto. Poi mi sono dato da fare per avviare un corso di ingegneria meccatronica (= elettronica, informatica e meccanica). E’ un corso molto importante per Oristano. Sono riuscito con la collaborazione di molti insegnanti ad avviarlo. E’ un corso del Politecnico di Torino. Tutti i ragazzi di Oristano possono frequentare questo corso universitario e dare tutti gli esami a Oristano risparmiando soldi e fatica. Solo la tesi di laurea dovrà essere sostenuta a Torino.
Queste sono le cose positive nella mia vita perché in fondo noi insegnanti e presidi siamo pagati per questo: per soddisfare le esigenze dell’utenza e adeguare l’offerta formativa alle sue richieste.
Un altro scopo che mi sono posto, ma che per mancanza di tempo non potrò raggiungere perché andrò in pensione prima, è quello di istituire un Liceo Musicale, che qui ad Oristano manca, nonostante ne esista un’enorme richiesta da parte soprattutto delle ragazze delle scuole di danza.

Silvia Serra e Alessandra Valente

Un saluto e un grazie al preside Gesumino Longu

Il 31 agosto si è concluso, per pensionamento, il servizio del Dirigente scolastico Prof. Gesumino Longu presso l’Istituto Magistrale ‘Croce’ di Oristano. Ha diretto l’Istituto per sei anni scolastici e tutte le componenti della scuola – personale, allievi e genitori – hanno avuto modo di apprezzarne professionalità, competenza, vivo interesse per la Scuola. In questi anni l’Istituto è riuscito a mantenere un numero di alunni costante, a consolidare i vari indirizzi scolastici, ad attivare molti progetti rivolti al personale docente e non docente, agli allievi, ai genitori (in particolare alle mamme), a persone e a categorie esterne alla Scuola. Progetti che hanno spaziato dall’aggiornamento e la formazione in servizio, a corsi di lingue ed informatica, all’integrazione di stranieri, specialmente extracomunitari. Sarebbe lungo elencare tutte le attività che l’Istituto ha portato avanti in questi anni; a titolo di esempio si possono citare: corsi di giornalismo, di teatro, scambi culturali con classi di altri istituti nazionali ed esteri, la pubblicazione di un annuario scolastico, la creazione del sito Web e il suo costante aggiornamento, le attività di orientamento rivolte agli alunni delle terze medie e ai diplomandi. In queste e in altre attività il Preside Longu ha profuso la sua professionalità col suo incoraggiamento e mettendo a disposizione suggerimenti, locali, materiali, accogliendo e sostenendo i progetti, ben consapevole che ciò avrebbe comportato per lui e per la Segreteria un notevole aggravio di lavoro.
Con lui e grazie a lui, la ‘macchina scuola’ ha funzionato abbastanza bene e ciò è andato a vantaggio sia dei docenti – i quali potevano rivolgersi a lui in qualsiasi circostanza per comunicargli problemi o perplessità e cercare insieme una soluzione – sia degli alunni che ha sempre accolto, ascoltato, corretto e incoraggiato – soprattutto quelli che avevano evidenti difficoltà personali, familiari o scolastiche. Conosceva gli allievi ad uno ad uno, a volte più degli stessi docenti, e più di una volta, quando veniva a conoscenza dei loro problemi, si rivolgeva al docente che reputava più adatto e sensibile per trovare il modo migliore per aiutare l’allievo.
Un po’ burbero ad un primo approccio, forse perché aveva paura di farsi coinvolgere troppo, subito dopo lasciava intravedere il suo lato più umano, il suo affetto di padre e di collega perché, in fin dei conti, checché ne dicesse lui stesso, è riuscito a farsi apprezzare, stimare e voler bene. Infatti nel salutare il Collegio dei Docenti alla fine dell’anno scolastico egli stesso ha ammesso: ‘Mi sono trovato bene con voi, ho lavorato bene, perché mi sono sentito accolto, apprezzato, ben voluto’. E così è, caro Preside Gesumino, la stima e l’affetto sono reciproci; anche noi Le abbiamo voluto bene e continueremo a ricordarLa e a stimarLa.
Tanti cari auguri e GRAZIE!

Alla fine dell’anno scolastico 2005-06 altre cinque persone in servizio da molti anni all’Istituto Magistrale ‘Benedetto Croce’ sono andate in pensione: le Professoresse Maria Rundine, Maria Rita Mannoni, Salvatorina Miscali, il Professor Pietro Camedda, l’applicata di segreteria Luciana Manconi. Li salutiamo tutti con affetto e li ringraziamo per tutto quello che hanno dato alla nostra scuola.

Margherita Meloni

Sono arrivata a destinazione?

L’esame di maturità anche quest’anno è stata la tappa che ha concluso parte del faticoso percorso di crescita che accompagna l’esistenza di ciascuno. Tra le tante, questa sembra però la più cruciale, quasi definitiva, dato che già l”etichetta’ in sé pare contenere implicita l’idea di aver portato a compimento quel processo di autonomia che da essere “immaturo” per nascita ci porta a “maturare” appunto.
Le ragazze che anche quest’anno hanno concluso il loro corso di studi superiore si chiederanno dunque, come la scrittrice brasiliana Christiana de Caldas Brito, se realmente sono arrivate a destinazione, se hanno sviluppato a pieno tutte le loro potenzialità. Interrogativo, forse, che accompagna da sempre la nostra esistenza ogni volta che ci sembra di aver portato a compimento tutti i nostri obiettivi e di aver pienamente realizzato noi stessi.
Ma forse l’uomo non raggiunge mai pienamente se stesso, la sua continua ricerca di completezza si traduce in un ‘processo lungo e doloroso’ (de Caldas Brito) che lo mette davanti a difficoltà sempre nuove, che paiono talvolta insormontabili, ma che spesso si rivelano indispensabili per migliorarsi. “Gli ostacoli possono trasformarsi in occasione di crescita” afferma de Caldas Brito, rimandandoci al pensiero dello stesso Seneca, che già al tempo dell’antica Roma considerava le avversità come momenti di crescita per il raggiungimento di quella perfezione morale auspicata dal saggio stoico.
Così, anche le ragazze che ci lasciano quest’anno si troveranno a dover proseguire il cammino intrapreso, probabilmente nella necessità di compiere una scelta per affrontare un’altra fase del percorso della loro esistenza.
È questa scelta che spesso lascia straniati, persi, perché molte volte presuppone un distacco da quanto si è costruito sino a quel momento, da quei punti fermi sui quali di volta in volta si è potuto contare: la famiglia, gli amici, i compagni di classe…
Ci si rende consapevoli delle infinite possibilità che ci si presentano davanti e, una volta intrapresa una strada, è questa a farci dire “quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!” come la Lucia del Manzoni, costretta in breve tempo ad abbandonare tutto ciò che le era più caro.
Tuttavia il più delle volte è questo distacco, che è un “rinunciare a un certo ‘se stesso’ […] per scommettere su un futuro ‘se stesso’ totalmente ipotetico” (Julio Monteiro Martins), che permette di allargare i nostri orizzonti di vita, di farci scoprire nuove realtà e di arricchirci continuamente, perché, come afferma de Caldas Brito, “ogni migrazione esteriore a poco a poco diventa anche interiore”.
Viaggiare, andare alla scoperta di persone e culture nuove, ma anche solo staccarsi dalla famiglia per andare a vivere con persone non conosciute prima, ci pone nella situazione di impegnare tutte le nostre energie per superare qualsiasi ostacolo, superandoci giorno dopo giorno, crescendo, diventando sempre più consapevoli di noi stessi, delle nostre risorse e capacità.
L’uomo cresce e scopre sempre di più se stesso andando alla continua ricerca di esperienze nuove, allontanandosi da quelle passate, ma tuttavia conservando il ricordo di queste e quanto di significativo hanno lasciato in lui: “Un nuovo arrivo e subito dopo una nuova partenza: resta quello di Odisseo il mito centrale per De Chirico, l’uomo che ricerca se stesso attraverso la peregrinazione e la perdita di tutto, tranne che della memoria” (M. Fagiolo dell’Arco).
È perciò con questa citazione che vogliamo salutare le nostre “maturate”, con l’augurio che un futuro corso di studi o un futuro lavoro, magari lontano da noi, lontano da casa, sebbene inizialmente difficile da affrontare, possa essere motivo di crescita personale; fiduciosi di aver lasciato in loro un segno importante che rimanga nella memoria di ciascuna.

Giulia S.

Tra i “saggi brevi” dell’esame di Stato 2006, quello di ambito artistico-letterario aveva come argomento “Il distacco nell’esperienza ricorrente dell’esistenza umana: senso di perdita e di straniamento, fruttuoso percorso di crescita personale”. Tra i documenti da interpretare e confrontare c’erano passi di Catullo (carme 101), Foscolo (Ultime lettere di Jacopo Ortis), Manzoni (I promessi sposi), Hermann Hesse (Demian), Gianna Schelotto (Distacchi e altri addii), Christiana de Caldas Brito, Julio Monteiro Martins, M. Fagiolo dell’Arco.

Pubblichiamo lo svolgimento di Giulia S., ex-alunna della V A del Liceo pedagogico che, rivolgendosi in particolare alle ragazze che si sono diplomate quest’anno, ha scelto come “destinazione editoriale” proprio il sito web del ‘Croce’.