cronache e opinioni

È la stampa, bellezza!

Gli studenti della V A Scienze Umane e IV B Economico-sociale hanno visitato lo scorso 18 gennaio la redazione centrale dell’Unione Sarda e delle emittenti Videolina e Radiolina.
Accompagnati da alcuni docenti delle classi, i ragazzi – nell’ambito delle attività previste nel progetto “Giornalisti in Alternanza” – hanno potuto così vedere da vicino i luoghi in cui si scrive il quotidiano e si manda in onda il telegiornale.
A loro agio tra desk e computer dove fino a tarda notte si alternano una quarantina di redattori e di grafici, tra studi con grandi monitor e telecamere guidate non più manualmente ma in modo computerizzato, gli studenti hanno trascorso una mattinata nella moderna sede alle porte di Cagliari dove, nell’ampia sala al piano terra, vengono conservate tutte le prime pagine dello storico giornale del capoluogo, compresa la copia “pioniera” stampata nel lontano 1889 e quella più recente – edita nel 1994 – che è valsa all’Unione il primato europeo di pubblicazione sul Web.
Ricco di spunti e di informazioni l’incontro con il direttore delle tre testate Emanuele Dessì. Il giornalista, al vertice del quotidiano da qualche anno, ha svolto per gli studenti del Croce una speciale lezione sulla funzione della stampa e della televisione nella complessa società della comunicazione, rivendicando la mission del gruppo “Unione Sarda”, un giornale e una emittente che con il web si sono da anni aperti alla modernità, ma che non trascurano la tradizionale vocazione di dare vita a un’informazione legata al territorio isolano e alla specificità culturale e sociale della Sardegna.
Il caporedattore centrale Giuseppe Deiana e il giornalista Roberto Ripa hanno illustrato ai ragazzi la fatica di “cucinare” ogni giorno – come si dice nel linguaggio delle redazioni – un prodotto che stia attento ai fatti che accadono e che rimanga continuamente sulla notizia senza tralasciare una verifica attenta e doverosa degli avvenimenti, soprattutto quando coinvolgono categorie deboli, come i minori – tutelati da leggi particolari – o le persone sottoposte a provvedimenti giudiziari, per i quali il rigore nel riportare i fatti deve essere sempre accurato.
Parole come pezzo, ribattuta, buco, scoop o chiusura/apertura della pagina, termini tipici del lessico giornalistico, sono diventati così accessibili e hanno acceso la curiosità dei ragazzi su un lavoro che – nonostante tutte le innovazioni tecnologiche – rimane un mestiere artigianale fatto di racconti e di notizie scovate giorno per giorno, anche quando per l’uomo della strada “sembra che non succeda niente”.
Le riflessioni del direttore e dei redattori hanno stimolato inoltre negli studenti numerose domande e interrogativi: la trasferta cagliaritana ha svelato ai liceali del Croce una fucina di cui ormai pochi leggono il prodotto finale, visto lo stallo che il quotidiano, qualunque quotidiano, cartaceo vive da molti anni, in crisi di inserzioni pubblicitarie e di vendite, soppiantato da strumenti comunicativi più veloci e immediati, compresi i social network, primi in assoluti nel veicolare le notizie tra i giovani.
Molto interesse ha suscitato negli studenti lo scambio di battute con una figura importante per ogni giornale, ma forse non adeguatamente apprezzata e conosciuta: il fotografo. Max Solinas, da anni a capo di una squadra di professionisti che ogni giorno cerca di raccontare i fatti usando come strumento l’immagine, a volte più evocativa della parola stampata, ha chiarito tutti quegli aspetti legati alla composizione grafica del giornale che rendono un quotidiano – o un sito internet – un mezzo comunicativo molto complesso e articolato.
I ragazzi in alternanza hanno scoperto così una professione che ha dovuto fronteggiare i cambiamenti della storia. Sono lontani i tempi in cui le redazioni erano realtà fatte di stanze avvolte da una spessa coltre di fumo di sigaro dove risuonava il tichettio nervoso e incessante delle macchine per scrivere. Oggi il lavoro del giornalista ha a che fare con un contesto diverso: l’uso di strumenti molto più tecnologici e innovativi ha stravolto molte consuetudini ma, nonostante tutto, a detta di chi ci lavora, non ha alterato il sapore di quello che rimane, con tutti i limiti e i problemi, un mestiere molto affascinante, fatto di gambe e di curiosità.

Paolo Figus

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