Un anno difficile

Siam giunti alla conclusione di un nuovo anno scolastico.
È stato un anno difficile… perché anche su di noi si è abbattuta la scure dei tagli. La scuola, si sa, non è una struttura produttiva, o perlomeno la sua produttività si può calcolare a lungo termine, e in questa società tutto è valutato velocemente in base alle percentuali: di iscritti, frequentanti, presenti, assenti, promossi, bocciati; ma dietro quei numeri ci sono persone. Uomini e donne che cercano quotidianamente di concretizzare in messaggi educativi le fredde e ambigue parole delle circolari; persone che hanno sempre lavorato per i ragazzi e con i ragazzi cercando di trasmettere i valori morali alla base del vivere civile, compito sempre più arduo che si scontra con i non valori di alcune trasmissioni televisive.
È stato un anno difficile… molti di noi hanno dovuto affrontare dure prove personali ma, nelle difficoltà, questo nostro Istituto sa sempre esprimere la sua profonda umanità.
I colleghi, il personale ATA, i ragazzi (anche quelli più irrequieti) hanno dimostrato la loro sensibilità in modo umano e affettuoso.
Questo coinvolgimento, questa partecipazione dà la forza di continuare, di pensare che forse stiamo facendo qualcosa di grande e importante, e questa è sempre stata la caratteristica del nostro istituto; ci è stata trasmessa da coloro che ci hanno preceduto e hanno lasciato una grande eredità umana.
Ci siamo incontrati numerosi per l’ultimo saluto a Paola, molti sono giunti da scuole diverse, Paolo venendomi incontro ha detto: “Mi rendo conto nel vedervi che voi siete la mia seconda famiglia”. È vero.
Voglio ricordare e salutare Paola, è stata una collega seria, scrupolosa, rispettosa, discreta e leale ma, per me, è soprattutto un’amica.
Ora altri sei colleghi andranno in pensione e, tra loro, alcune figure storiche, Luigina e Lucia, che ci hanno accolto e trasmesso questo modo di essere. Giovanna e Giovanni che lasceranno un grande vuoto spaziale e sonoro. Anna e Agnese.
So bene che Luigina si dedicherà con maggior impegno alla sua passione canora, Giovanni seguirà il richiamo della vita agreste, Lucia e Anna saranno sempre più impegnate con la famiglia, ma che farà Agnese? Non riesco ad immaginarla priva del suo tavolo da lavoro ricoperto di carte, conti, previsioni. Forse ne allestirà uno simile nella sua dimora domestica?
A tutti un grazie di cuore per la loro presenza, per aver fatto parte della nostra vita.

Franca Mugittu

Cinque motivi per ricordare

Cinque motivi per ricordare… perché cinque sono i colleghi che anche quest’anno si avviano al pensionamento.
Sicuramente la scuola non crollerà senza la colonna portante della Prof. Sanna intenta a far quadrare il puzzle delle sostituzioni. Le lezioni proseguiranno e tutto sembrerà come prima, ma non è così perché questi colleghi, che tanto hanno dato in termini di tempo e dedizione, non verranno sostituiti, e noi saremo sempre meno.
La nostra scuola è sempre stata accogliente, disponibile al rapporto umano, insomma una famiglia, e come tale chiassosa (Aiò, Kando fini custu collegiu chi deppo pappai…), alle volte indisciplinata e prof. Pruneddu ne incarnava l’aspetto più vivace. Non sapremo più dove poter recuperare, all’occorrenza, biscotti, crackers e quant’altro dato che Nerina, e la sua “riserva” di viveri, andranno in pensione; non potremo fare discorsi filosofici con prof. Cadoni sul giusto periodo per la caccia o per la raccolta di funghi, né sentire l’aspra dolcezza di Noris.
E’ stato un anno difficile e alle volte triste. Sì triste, perché questa famiglia è stata messa a dura prova dalle riforme e da tutti quei provvedimenti che ci piovono sul capo all’improvviso. Non a caso però ho definito la nostra scuola una famiglia, nonostante le contrapposizioni, le ideologie, i modi diversi di affrontare le situazioni alla base di tutto stanno i rapporti umani. I nostri colleghi, e anche noi, hanno sicuramente passato più tempo a scuola che con le loro famiglie. La scuola era, ed è, la seconda famiglia, al di là di qualunque cosa i rapporti che costruiamo sono importanti e rimangono nel tempo. Ognuno di noi lascia qualcosa di sé negli altri, un ricordo, una frase, un sorriso, anche un’espressione birichina, piccoli ricordi che fanno riaffiorare momenti,parole, sorrisi… insomma la vita. Auguri a tutti

Franca Mugittu